In Italia, l’autunno del 1938 vide l’inizio della persecuzione di chi venne identificato come «di razza ebraica» sulla base dei criteri stabiliti dalle nuove leggi razziste e antisemite. Molto rapidamente vennero allontanati dalle scuole di ogni ordine e grado professori, assistenti, impiegati e studenti (Nell’Italia del tempo la componente docente, amministrativa e studentesca era composta prevalentemente da uomini. Da qui l’uso adottato del maschile esteso in questa presentazione).
Nel corso degli anni, queste espulsioni sono state oggetto di diversi studi e molto si è scritto anche su quelle che ebbero luogo in ambito universitario. Ciononostante, è ancora scarsa l’attenzione dedicata al processo di sostituzione dei professori universitari che, ai fini di una ricostruzione storica adeguata, necessita di essere considerato nella sua interezza e complessità. L’allontanamento di docenti dichiarati di «razza ebraica» rappresentò infatti un’opportunità di carriera per colleghi e giovani studiosi e offrì alla politica locale e nazionale, nonché alle autorità accademiche, l’occasione di intervenire nella riassegnazione degli insegnamenti e delle cattedre divenute vacanti.
Il progetto Posti liberi mira a colmare questa lacuna attraverso lo studio di tutto il processo di sostituzione, che prevedeva tre differenti fasi: l’espulsione degli indesiderati – analizzata a partire dalle modalità e dinamiche con cui essi vennero cacciati; la riassegnazione delle cattedre – ricostruita tenendo conto sia delle modalità e dinamiche con cui si provvide a sostituire gli espulsi, sia delle implicazioni coeve e successive di tali scelte; infine, la riammissione in università degli espulsi e della contestuale opera (più o meno incisiva) di epurazione dei loro sostituti.
Processi analoghi furono attivati in diversi paesi europei governati da regimi di tipo fascista. Sicuramente in Italia le dimensioni del fenomeno furono ragguardevoli: basti pensare che esso coinvolse oltre 100 cattedre in 25 atenei.
La storiografia ha già ricostruito il clima di generale disinteresse degli ambienti accademici nei riguardi dei colleghi espulsi per ragioni razziali. Mettendo a fuoco nei dettagli l’iter della loro sostituzione, si può però dare un nuovo importante contributo alla ricerca e alla riflessione sulle dinamiche di opportunismo e indifferenza, ma anche di sostegno o solidarietà spesso nicodemica e/o clandestina espresse dalle élite accademiche di fronte all’emanazione delle leggi razziali. Colmando una significativa lacuna storiografica, il progetto arricchisce dunque la conoscenza storica dell’Italia del tempo, delle università e delle diverse istituzioni nazionali e locali coinvolte e contribuisce in modo fondamentale alla memoria collettiva e culturale del nostro paese, considerato anche in prospettiva europea.
Soggetti promotori e attuatori
Il Centro di Ateneo per lo Studio della Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea dell’Università di Padova (CASREC) e il Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici “Michele Luzzati” (CISE) dell’Università di Pisa sono dal giugno 2020 i soggetti attuatori del progetto promosso dagli allora Rettori di Padova (Prof. Rosario Rizzuto) e di Pisa (Prof. Paolo Maria Mancarella). Patrocinato dalla Fondazione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), dalla Fondazione del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) e dal Centro per la Storia dell’Università di Padova (CSUP), Posti liberi, ideato a Padova, ha trovato terreno fertile a Pisa dove era stata organizzata della Cerimonia del ricordo e delle scuse degli Atenei italiani verso i docenti ebrei cacciati nel 1938 (Pisa, 20 settembre 2018), promossa dall’Università di Pisa in collaborazione col CISE e il Comitato San Rossore 1938, e patrocinata da CRUI. La prosecuzione del progetto è stata poi garantita grazie all’interessamento dei Rettori prof. Riccardo Zucchi (Pisa) e Prof. Daniela Mapelli (Padova).
L’orizzonte storico, culturale e scientifico del progetto
L’argomento del progetto ha finora stentato a imporsi per ragioni diverse. Tra le principali va sicuramente segnalato, da un lato, il sentimento di vergogna da parte di coloro che grazie a quelle leggi ottennero un posto e continuarono a mantenerlo anche dopo la caduta del regime, dall’altro il processo di generale deresponsabilizzazione e conseguente autoassoluzione da parte di numerose istituzioni accademiche e governative locali in relazione a quanto accaduto; non di rado, ciò ha portato ad ascrivere la responsabilità degli eventi sopra illustrati interamente e unicamente al governo fascista.
Nel contesto delle ricerche e delle riflessioni sviluppatesi a partire dagli anni Ottanta del Novecento queste ragioni hanno perso gradualmente efficacia, non trovando riscontro nei materiali storici analizzati che hanno fatto emergere il coinvolgimento di numerosi soggetti (privati e istituzionali) e un quadro di diffuse responsabilità. La sua emersione ha portato alla nascita di nuovi studi con importanti ripercussioni sulla –difficile e tuttora incompiuta – ridefinizione della memoria collettiva nazionale ed europea. Basti pensare a come le università italiane hanno pian piano cominciato a elaborare il proprio passato, scegliendo in alcuni casi di renderlo pubblico per esempio tramite lapidi a ricordo dei propri docenti, impiegati e studenti espulsi.
Seppur lentamente, questo processo è stato avviato e i tempi sono ormai maturi per dedicare la giusta attenzione al ruolo attivo (a volte benevolo, spesso no) che i membri dei diversi Atenei italiani ebbero nei processi di sostituzione dei professori di «razza ebraica». Lo studio di tali processi rappresenta, dunque, un intervento storiografico urgente e importante, anche per le ripercussioni culturali che esso può avere sull’autocoscienza nazionale, sulla definizione della memoria collettiva e sulla sua trasmissione.
I quesiti essenziali
Il progetto Posti liberi intende fornire risposte a domande che non possono essere poste se si concentra lo sguardo esclusivamente sui singoli casi di espulsione. Rispetto ai lodevoli studi già presenti dedicati a singole personalità o istituzioni, l’ampliamento della prospettiva offerto dal progetto permette di ricostruire con puntualità il variegato quadro italiano del tempo, anche in vista di una comparazione con quanto accaduto in altri paesi europei.
Nello studiare le vicende caratterizzanti i singoli contesti universitari e istituzionali italiani, il progetto cerca di rispondere a un complesso di quesiti. Per rendere un’idea dell’ambito della ricerca, si riportano di seguito alcune delle domande che guidano il lavoro del team di ricerca: come interagirono fra loro e con i poteri locali e centrali nella gestione delle sostituzioni le diverse cariche istituzionali universitarie (Rettori, presidi di Facoltà, Senato accademico)? Con quali modalità avvenne l’espulsione dei docenti? I professori espulsi cercarono di sottrarsi alle conseguenze delle leggi antisemite invocando dei provvedimenti di eccezionalità (discriminazioni e/o arianizzazioni)? Se sì, ebbero un riscontro positivo alle proprie domande? In tal caso, la comunità accademica reagì con favore per lo scampato pericolo oppure negativamente, in considerazione della mancata possibilità di riassegnazione dell’insegnamento? Cosa fecero i docenti espulsi dopo il loro effettivo allontanamento dall’Università? Chi prese il loro posto, e che ruolo giocarono il potere politico e l’interesse universitario nel processo di riassegnazione delle cattedre? I colleghi rimasti in forza negli Atenei mantennero i contatti con i professori espulsi? Quando cadde il regime, le Università accolsero di nuovo i docenti espulsi in passato? Se sì, in che modi? Se no, perché? Come reagirono i docenti espulsi? Come reagirono alle loro reintegrazioni o alle loro mancate reintegrazioni? Come interagiscono fra loro, con le Università e con i professori già espulsi nella gestione dei reintegri in servizio i nuovi ministeri sorti dopo la caduta del regime (ad esempio i ministeri dell’Istruzione e degli Affari Esteri)? Come si comportano le Università e i ministeri nei riguardi dei docenti sottoposti ad epurazione o che, durante la fase di espulsione, erano stati esclusi dalle conseguenze dei provvedimenti razziali? Nei casi di reintegro, quali sono i rapporti fra i docenti precedentemente allontanati e i loro sostituti? Questi – e altri ancora – sono quesiti essenziali che il progetto Posti liberi intende indagare per ricostruire efficacemente sia la storia delle istituzioni accademiche in rapporto con sé stesse, con il potere politico e il razzismo, sia la nostra memoria collettiva.
Bibliografia
Oltre a organizzazione di seminari e di momenti di restituzione pubblica – il primo si terrà a Pisa in data 19 maggio 2025 – il progetto contribuisce alla conoscenza storica generale grazie alla sua produzione scientifica. Si riporta di seguito una bibliografia essenziale, che, oltre a indicare alcuni dei principali studi di riferimento del progetto, elenca anche volumi nati grazie a “Posti liberi”.
- BRACCIA Roberta (2014), La Facoltà di Giurisprudenza di Genova tra Fascismo e Liberazione (1938-1950). In Giuristi al bivio. Le facoltà di giurisprudenza tra regime fascista ed età repubblicana, ed. Marco Cavina (Clueb, Bologna): pp.123-40
- Storia e storiografia della persecuzione antiebraica in Italia e in Europa (1945-2000), ed. Brunello Mantelli, «Qualestoria», XXXII, n. 2: 117-29
- EDALLO Emanuele (2023), Il razzismo in cattedra. L’Università di Milano e la persecuzione degli ebrei (Donzelli, Roma)
- FINZI Roberto (2003), L’Università italiana e le leggi antiebraiche (Editori Riuniti, Roma)
- FRANCESCHI Fabio (2014), L’applicazione delle leggi antiebraiche nella Facoltà di Giurisprudenza della R. Università degli Studi di Roma, «Stato, Chiese e pluralismo confessionale», n. 38: 2-69
- GALIMI Valeria, PROCACCI Giovanna (2009), «Per la difesa della razza». L’applicazione delle leggi antiebraiche nelle università italiane (Unicopli, Milano)
- GIACONI Daniela (2017), L’epurazione dei docenti fascisti. Il caso degli economisti, «Ricerche storiche», XLVII, n. 3: 97-128
- GRAFFONE Valeria (2018), Espulsioni immediate. L’Università di Torino e le leggi razziali 1938 (Zamorani, Torino)
- IORI Luca (2020), Il rientro degli antichisti ebrei nell’università italiana. In Antichistica italiana e leggi razziali, ed. Alessandro Pagliara (Athenaeum, Parma): 209-41
- ISRAEL Giorgio, NASTASI Pietro (1998), Scienza e razza nell’Italia fascista (Il Mulino, Bologna)
- LEVI Fabio (2004), Il ritorno degli ebrei alla vita nelle università italiane. In Il difficile rientro. Il ritorno dei docenti ebrei nell’università del dopoguerra, ed. Daniella Gagliani (Clueb, Bologna): 53-70
- MASSERONI Andrea (2024), «Io di ebreo non ho che il nome». I casi studio dei giornalisti liguri e toscani. In Antisemitismo di Carta. La stampa italiana e la persecuzione fascista dei giornalisti ebrei, ed. Enrico Serventi Longhi (Viella, Roma): 155-86
- PELINI Francesca (2001), Appunti per una storia della reintegrazione dei professori universitari perseguitati per motivi razziali. In Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica, ed. Ilaria Pavan, Guri Schwarz (Giuntina, Firenze): 113-39
- PELINI Francesca (2004), La cattedra restituita. Le dinamiche della reintegrazione dei professori universitari perseguitati dalle leggi razziali. In Il difficile rientro. Il ritorno dei docenti ebrei nell’università del dopoguerra, ed. Daniella Gagliani (Clueb, Bologna): 85-106
- PELINI Francesca, PAVAN Ilaria (2009), La doppia epurazione. L’Università di Pisa e le leggi razziali tra guerra e dopoguerra (Il Mulino, Bologna)
- SALUSTRI Simona (2010), L’Università di Bologna negli anni del fascismo (Carocci, Roma)
- SARFATTI Michele (2007), Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, Nuova edizione aggiornata, (Einaudi, Torino [prima ed. 2000])
- SORDI Bernardo (2010), Leggi razziali e Università. In A settant’anni dalle leggi razziali. Profili culturali, giuridici e istituzionali dell’antisemitismo, ed. Daniele Menozzi, Andrea Mariuzzo (Carocci, Roma): 249-65
- VENTURA Angelo (2013), L’Università dalle leggi razziali alla Resistenza, Giornata dell’Università italiana nel 50° anniversario della Liberazione (Padova, 29 maggio 1995) (CLEUP, Padova) ora in Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell’ideologia e nella politica del regime (Donzelli, Roma).
- VOLPE Pompeo, SIMONE Giulia (2018), “Posti liberi”. Leggi razziali e sostituzione dei docenti ebrei all’Università di Padova (Padova University Press, Padova)
- VOLPE Pompeo (2023), “Posti liberi”. La sostituzione dei professori di “razza ebraica” nelle Università italiane a seguito dei provvedimenti legislativi del 1938, Odeo olimpico. Memorie dell’Accademia Olimpica. Vicenza XXXIII (2021-2022): 7-20.